Nonostante si pensi spesso il contrario, quella di Francavilla è una cucina ricca e fortemente connessa con la vita contadina e rurale come quella di tutto il sud Italia: parliamo di orecchiette, cavatelli, ravioli con ricotta, taralli e dolci di diverso tipo.
Si tratta di una cucina in cui ovviamente gioca un ruolo fondamentale anche l’acqua, tanto nella preparazione quanto nel consumo di queste pietanze.
Cosa sarebbe infatti la frisa, ad esempio, se non venisse “sponzata”, prima di essere condita? L’acqua, inoltre, è fondamentale per la preparazione in ambito dolciario: pensiamo alla palomma pasquale, alla cupeta e in particolare alla glassatura del confetto riccio, che spopolava già agli inizi del ‘900 (nel 1912 vinse persino la medaglia d’oro alla Fiera dei Sapori di Parigi!) e costituisce tuttora un elemento costitutivo e riconoscibile del Carnevale francavillese.
Tornando al salato, c’è poi il caso dell’acquasale, piatto per cui non solo il nome, come si suol dire, è tutto un programma, ma che racconta anche la civiltà contadina francavillese e meridionale: oggi associato alle cene leggere d’estate, nasce infatti come un pasto “povero”, da preparare e consumare anche mentre si era al lavoro con pane, origano, olio, verdure, pomodoro e... ovviamente acqua!
Riguarda il video della tavola rotonda sulla ruralità e sulle tipicità della nostra tavola, tenutasi durante il percorso partecipato del Laboratorio Ecomuseale, alla quale hanno partecipato esperti del settore enogastronomico.
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