Il Canale Reale è uno dei pochi corsi d’acqua presenti tra il Salento e le Murge. Si estende per ben 48 chilometri, da Villa Castelli fino alla Riserva naturale di Torre Guaceto, dove sfocia nell’Adriatico.
Oggi il Canale Reale è percepito come un problema dalla comunità francavillese: nei secoli il suo letto si è molto ridotto, ed il Canale è stato spesso visto come un ostacolo allo sviluppo agricolo e urbanistico della città, quando non addirittura come luogo di “scarico”, regolare e irregolare di acque reflue. Eppure il canale, un tempo un vero e proprio fiume navigabile (Fiume Pactius o Ausonius, citato da Plinio il Vecchio nella sua Historia Naturalis), è tuttora un luogo che testimonia una grande biodiversità.
Le specchie messapiche tuttora presenti nel territorio francavillese, ad esempio, come le ville e le necropoli romane andate ormai perdute nella periferia della città, non si trovavano qui per caso: proprio la presenza dell’acqua permise alle prime comunità e ai primi villaggi di prosperare da queste parti, dal momento che la navigabilità del canale permetteva di penetrare nell’entroterra proprio dall’Adriatico e di spostarsi comodamente e velocemente.
Presso la fonte del Canale Reale, fu costruita, nel XIX secolo, la Chiesa della Madonna dei Grani, purtroppo oggi abbandonata, pur se bellissima e affascinante.
Oggi, alcune politiche pubbliche condivise dai comuni attraversati dal Canale Reale stanno provando a tutelare e valorizzare il corso d’acqua, attraverso un “Patto di Fiume”, con l’obiettivo di riappropriarsi così della propria storia.