La differenza tra ‘sciardino’ e ‘ddacquatizzo’ racconta il rapporto della comunità francavillese con la terra, e anche questo ovviamente non poteva prescindere dall’acqua.
Per ‘sciardino’, come suggerisce il nome, si intendeva un campo non destinato all’irrigazione e quindi al lavoro da coltura, ma alla coltivazione di frutti e fiori per uso domestico, assumendo nel tempo, con la nascita e la crescita della borghesia locale, lo status di vero e proprio luogo di villeggiatura: tuttora molti francavillesi possiedono una seconda casa in campagna dove passare l’estate, spesso in contrade molto abitate (Palmarino e Cantagallo tra le altre).
‘Lu ddacquatizzo’, al contrario, identificava un terreno da coltura, quindi legato al lavoro, dove piantare frutta e ortaggi. La visione della terra, insomma, era legata alla funzionalità o al lusso.
Su questo versante, è esemplificativo anche il caso del Giardino delle Delizie, sito nell’attuale rione Peschiera: il quartiere prende il nome dalla vasca che fu installata proprio quando il Giardino delle Delizie, nei piani degli Imperiali, da frutteto e mandorleto che era assunse i contorni del giardino per l’aristocrazia sull’esempio di quelli che sorgevano in altre città europee.
Dal loggiato barocco del castello, dunque, la famiglia Imperiali poteva affacciarsi e godere della vista dello sterminato e lussuoso Giardino.