Al confine tra Villa Castelli e Francavilla, nei pressi della sorgente del Canale Reale, fu costruita, nel XIX secolo, la chiesa della Madonna dei Grani.
Oggi la chiesa è purtroppo abbandonata, ma sia la leggenda cui è legata la sua costruzione che il suo stesso nome raccontano ancora una volta il legame tra acqua, architettura e territorio.
Partiamo proprio dal nome, che viene dalla fonte del Canale Reale, nota anche come “fonte dei grani”. C’è poi la leggenda, che racconta di un miracolo della Madonna della Fontana (come nel caso della leggenda della fondazione della città): era il 1529 e Francavilla si vedeva minacciata da un esercito di temibili mercenari, con tutta probabilità provenienti dai Balcani. Una volta che li ebbero avvistati, gli abitanti delle campagne diedero l’allarme, e i francavillesi si riunirono per pregare.
Quella notte la Madonna apparve e provocò l’esondazione del Canale Reale, proprio alla fonte dei grani; i campi furono sommersi d’acqua e i mercenari preferirono rivolgere altrove le loro attenzioni. Dato l’evento eccezionale, ai francavillesi non restò che erigere una chiesa in onore della Madonna, nella località dell’esondazione.
Al di là della leggenda, anche in questo caso resta una testimonianza popolare dell’importanza dell’acqua e del Canale Reale per la zona, la cui presenza evidentemente non era ancora percepita come problematica ma, al contrario, era fondamentale per l’irrigazione dei campi, per l’abbeveramento delle greggi, per le produzioni agrarie, dunque per lo sviluppo della vita e dell’economia dell’intero territorio.
Prima dell’abbandono, inoltre, la Chiesa della Madonna dei Grani era anche la meta preferita dai francavillesi per le gite fuori porta, specialmente nel giovedì dopo la Pasqua, quando, dopo il pellegrinaggio delle confraternite si festeggiava con tanto di pic-nic a base di ‘palomme’ con le uova sode, in una sorta di “Pasquetta-bis”.
Vuoi suggerire una ricetta tipica francavillese che abbiamo dimenticato?